Senza istruzione corriamo il rischio di prendere sul serio le persone istruite. G.K.C.

ROMA – Si è svolta martedì 9 dicembre alle ore 17.30, presso la Sala Marconi della Radio Vaticana, la presentazione del volume “La tomba e la sua memoria. All’interno della Basilica di San Pietro”, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana a firma di monsignor Marco Agostini, officiale nella sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e cerimoniere pontificio.

L’incontro è stato introdotto da Neria De Giovanni che, nella sua veste di presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari, ha spiegato come il libro parli di bellezza con uno stile bello e piacevole da leggere.

Ha preso poi la parola Sua Eminenza il Card. Raffaele Farina, archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa, che ha esordito dicendo che nessuno sa quanti libri siano stati scritti sulla basilica, ed è dunque difficile scrivere qualcosa di originale, evitando di copiare qua e là. Il volume di Mons. Agostini è riuscito a fornirci qualcosa di diverso.

L’alto prelato è poi passato a descrivere le caratteristiche deI libro che raccoglie una serie di articoli pubblicati dall’Osservatore Romano insieme a tre nuovi testi inediti. Ogni capitolo si conclude con una riflessione di carattere teologico-liturgica, che ci permette di apprezzare la basilica e le sue numerose opere d’arte alla luce della loro funzione liturgica.

Spesso la calca di turisti impedisce di cogliere la basilica per quello che è, e cioè un luogo dove vengono officiati i sacri riti. Per questo motivo, se si vuole gustare San Pietro nel suo momento più vivo, bisognerebbe visitarla al mattino presto. Ed è proprio in questo orario che l’autore vi si reca per celebrare la santa messa. Ciò rende in un certo senso unico il libro, perché la basilica è raccontata dal particolare punto di vista di chi la abita ogni giorno per adempiere al proprio ministero sacerdotale.

È poi intervenuto Guido Cornini, curatore del Reparto Arti Decorative dei Musei Vaticani, che ha letto un passo del volume dove sono descritti i diversi tipi di visitatori di San Pietro: “C’è il turista più o meno preparato a vedere cose belle, ad osservare cose diverse da quelle che scorge nelle grandi vetrine dei negozi moderni, e che s’accontenta della contemplazione dell’opera in ratione naturae, ossia gli basta ciò che è rappresentato: il fatto, la persona. C’è pellegrino che guarda le opere con una partecipazione che possiamo chiamare emotiva dovuta alla “simpatia” con le stesse cose rappresentate, vede in esse quod naturae modum excedit. Ma c’è anche il visitatore, pellegrino e turista, che insieme agli atteggiamenti testé ricordati, coglie le opere nel loro elemento materiale e tecnico, nel loro fine, nella loro collocazione storica, nella loro dipendenza dalla personalità singolare dell’artista, che osserva il modo estetico con cui sono fissate”.

È in quest’ultimo tipo di visitatore che possiamo scorgere l’identikit del lettore ideale che Mons. Agostini ha in mente. Il dottor Cornini si è poi soffermato sugli aspetti più artistici e tecnici del volume, parlando in particolare dei reliquiari e dei mosaici della basilica di San Pietro, temi trattati nel libro di Mons. Agostini

Infine ha preso la parola l’autore del libro che, dopo aver ringraziato i relatori e i presenti, ha spiegato come la sua passione verso l’arte sia nata a Verona, una città che presenta allo stesso tempo bellezze antiche, medioevali e moderne. In questo contesto è stato facile acquisire un modo di leggere l’arte.

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