A partire da martedì 16 ottobre, ogni martedì pubblicheremo le catechesi della bellezza dedicate ad opere d’arte ispirate dalla fede, partiamo con la Cappella Sistina.
La Cappella Sistina, così chiamata perché voluta dal Papa Sisto IV, è stata progettata e costruita dell’architetto Baccio Pontelli per ospitare le cerimonie del Pontefice e per consentire ai cardinali di eleggere il Papa.
Per tali motivi, questo ambiente è particolarmente ricco di dipinti e di simbolismi il cui significato profondamente teologico è spesso sconosciuto al visitatore moderno. Cercheremo di spiegare in questo articolo l’idea di fondo che sta dietro a questo gioiello dell’arte.
Sisto IV ha voluto ricreare, vicino alla tomba dell’apostolo Pietro, un luogo sacro che avesse le stesse dimensioni del Tempio di Gerusalemme descritto nella Bibbia, a sua volta ispirato al Tabernacolo, la tenda che accompagnava gli ebrei durante il loro quarantennale pellegrinaggio nel deserto.
La Cappella Sistina infatti al suo interno è divisa da una cancellata in due parti che corrispondono alle due stanze del Tempio di Gerusalemme: il Santo e il Santo dei Santi, l’area più sacra nella quale poteva entrare solo il Sommo Sacerdote.
Inizialmente la cancellata era posta laddove nel Tempio di Gerusalemme avremmo trovato il Velo. Sopra di essa si trovano sette candelabri (oggi sono otto) a ricordo della menorah (il candelabro ebraico a sette bracci) che illuminava il Santo. Mentre nel Santo dei Santi si trovava l’Arca dell’Alleanza, simbolo della vicinanza di Dio al suo popolo, nella Cappella Sistina osserviamo l’altare, il luogo dove il Figlio di Dio si rende presente nell’Eucaristia.
Se ci troviamo nella parte della Cappella corrispondente al Santo dei Santi e fissiamo lo sguardo sulla volta, osserviamo che Michelangelo ha rappresentato Dio a sottolineare la sua presenza proprio in questa parte del Tempio. Il Creatore scompare invece nella parte corrispondente al Santo a partire dalla illustre scena del peccato originale.
Infine, se osserviamo nella parte bassa della Cappella Sistina, notiamo delle finte tende che ci ricordano il tempo in cui l’Arca dell’Alleanza era ospitata nel Tabernacolo. I dipinti che abbelliscono la Cappella Sistina rappresentano tutta la storia dell’uomo, dalla Creazione al Giudizio Universale e il visitatore che vi si trova dentro si sente come un pezzo di questo immenso progetto di salvezza.
La storia della salvezza è così scandita: 1) sulla volta troviamo nove scene che riguardano le origini della storia dell’uomo; 2) sulla parete sinistra osserviamo le scene della vita di Mosè che terminano nella controfacciata con la morte dell’illustre personaggio veterotestamentario; 3) sulla parete destra possiamo vedere delle scene della vita di Cristo che culminano nella controfacciata con la Resurrezione; 4) il visitatore che si trova al centro della Cappella si sente come un pezzo di questa grande storia; 5) sulla parete di fondo fa sfoggio di sé il Giudizio Universale.
Inizialmente, sotto il pontificato di Sisto IV, su questa parete erano state dipinte la nascita di Mosè e quella di Cristo. Sulla volta invece era dipinto, impiegando i colori della famiglia Della Rovere, un cielo blu con delle stelle